Az. Agr. Chiocciola Tecnologica di Lorini Marco

"LUMACHE" Alimento straordinario...







Hai mai mangiato le lumache ?
SI
NO

Vedi risultati



Le rimangeresti ?
SI
NO
FORSE

Vedi risultati

 

PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO

Piazza DucaleLa Piazza Ducale è il salotto di Vigevano, il principale motivo di attrazione della città della provincia di Pavia interamente contenuta nel Parco del Ticino, punto privilegiato di accesso alla "Lomellina". "Una sinfonia su quattro lati" è la celebre definizione che coniò il grande maestro Arturo Toscanini per la Piazza Ducale di Vigevano. Città d'arte ma anche città d'acque, Vigevano è attraversata da canali e dal fiume Ticino che offre scorci e oasi naturali di indubbio fascino. Nel cuore della cittadina, la Piazza Ducale di Vigevano costituisce l'ingresso d'onore all'imponente Castello, per estensione uno dei più grandi d'Europa. Ideata dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci, la Piazza Ducale collocata nel cuore di Vigevano era un tempo occupata da case ed edifici che costituivano il borgo fortificato di origine longobarda intorno al famoso Castello. La storia di Vigevano poi fu soprattutto legata a quella delle potenti famiglie milanesi dei Visconti e degli Sforza. Entrando in Piazza Ducale nel centro di Vigevano si percepisce davvero la grandiosità con cui i Signori di Milano tra il XIV e XV secolo trasformarono questo borgo in residenza estiva, un delizioso soggiorno per gli svaghi e gli ozi della corte ducale. Il Castello venne adibito a dimora di prestigio grazie all'opera di artisti come Bramante, la Piazza Ducale di Vigevano fu trasformata in scenografico spazio libero da case ed edifici, regale atrio d'ingresso al Castello. Ritenuta una delle più affascinanti piazze d'Italia, la Piazza Ducale, a forma di rettangolo allungato, rappresenta uno dei primi modelli di piazza rinascimentale sul modello del "forum" romano e uno dei migliori esempi dell'architettura lombarda del XV secolo.

Da http://www.lombardiabeniculturali.it/  si estrapola: Spazio architettonico unitario rettangolare organizzato su portici come una rilettura dei chiostri medioevali, poi conosciuto col termine di "Piazza"
Epoca di costruzione: 1490
Autore: Bramante Donato, progetto; da Camino Guglielmo, direzione lavori; de Curtis Ambrogio, completamento lavori; Caramuel de Lobkowitz Juan, rifacimento facciata chiesa e lato corto. Concepita, oltre che come spazio pubblico, di attività civili, come elemento di decoro urbano e insieme come parte integrante della residenza signorile - al punto da assumere essa stessa la denominazione di 'ducale' -, la piazza veniva a incidere radicalmente sulla forma urbis di Vigevano, riqualificando una vasta zona aperta e in parte porticata nelle vicinanze del palazzo comunale e della chiesa principale, dove si svolgeva abitualmente, come era consuetudine nelle città medievali di area padana, una intensa attività commerciale. In una lettera del 3 maggio 1492 Ludovico il Moro legava la volontà di accrescere il decoro urbano di Vigevano alla necessità di "in medio ipso loco plateam extollere"; ne conseguì l'ordine di espropriare e far demolire alcune case per impostare un ampio spazio rettangolare limitato su tre lati da edifici a due piani sopra il pianterreno porticato formato da una sequenza regolare di archi a pieno centro su solide colonne in serizzo. È evidente qui l'intento, tipico del Rinascimento maturo, di contrapporre al tessuto della città medievale preesistente il modello di una città astratta, ispirata a rigorosi principi geometrici.
La scelta del serizzo per le colonne dei portici è assai meno scontata di quanto si possa credere e conferma l'ingente impegno finanziario e le ambizioni riposte nel progetto dal duca. Sul lato settentrionale, il perimetro delle colonne integrava completamente il palazzo comunale, visualizzando la volontà di primato del duca sulle istituzioni del potere civico. Altrove si interrompeva invece in più punti: all'altezza dell'accesso al Castello, costituito da una rampa che saliva alla torre conferendole grande rilevanza visiva; in corrispondenza della facciata, posta di sbieco, della chiesa maggiore, che chiudeva il quarto lato della piazza; infine, di fronte alla chiesa e al Castello, nei punti di inserzione di due archi trionfali che segnavano lo sbocco delle vie del borgo sullo spazio della piazza stessa. Una ricca ornamentazione a fresco con motivi all'antica trasfigurava illusionisticamente le pareti di questa straordinaria piazza-salone, con trabeazioni, fregi e colonnine a candelabra che furono oggetto di pesanti ridipinture nel Novecento. In epoca barocca, per iniziativa del vescovo Caramuel, alcuni interventi strutturali contribuirono ad accrescere l'unità formale della piazza e la sua capacità quasi teatrale di coinvolgimento visivo, falsando però la percezione del suo assetto originario e della relazione con la residenza ducale. La questione dell'attribuzione del progetto della piazza resta sostanzialmente fissata alle posizioni assunte a inizio Novecento da Francesco Malaguzzi Valeri, che riconosceva al Bramante la paternità dell'intero intervento, con molte successive conferme. È comunque probabile che l'architetto urbinate fosse impiegato nei lavori in affiancamento a maestranze locali, cui si può forse pensare fosse affidata la realizzazione degli apparati decorativi della piazza. Sulla volontà di imprimere all'intervento una forte connotazione umanistica e classicista, non sembrano esserci dubbi: la magnifica 'stanza urbana' di Vigevano è stata spesso letta come la declinazione rinascimentale della tipologia antica, imperiale, del foro urbano, con riferimento a una cultura letteraria che spazia dal De Architectura di Vitruvio ai trattati quattrocenteschi dell'Alberti e del Filarete, in cui il tema architettonico della piazza cittadina è assai rilevante. All'Alberti richiama anche, peraltro, l'idea dell'arco trionfale a fornici ripreso dal prospetto del S. Andrea di Mantova. A queste suggestioni si può forse aggiungere, sulla scorta di Giordano (1992), il precedente concreto della piazza grande di Pavia, aperta a partire dal 1376 da Gian Galeazzo Visconti, che con quella di Vigevano presenta più di una affinità strutturale e organizzativa.

Notizie storiche
Commissionata da Lodovico il Moro a partire dal 1490, demolendo il vecchio tessuto medioevale, fu immaginata come corte del suo palazzo.
Rappresenta il primo esempio, realizzato di spazio architettonico unitario, secondo le riflessioni già dibattute dal Brunelleschi a Firenze e da Leonado e Bramante a Milano, sullo spazio aperto della "Piazza", come nuova elaborazione laica dei chiostri medioevali. E tutta laica è questa complessa operazione urbanistica intesa a trasformare l'abitazione e lo spazio circostante in un tutt'uno. Alle maestranze locali si deve l'esecuzione artigianale (volte, archi, capitelli), forse dirette dall'ing. ducale Guglielmo da Camino, o secondo un documento del 1492, da Ambrogio de Curtis. Nel 1680, in pieno spirito barocco, il cardinale Juan Caramuel, fa demolire la rampa di collegamento alla torre del Castello, per costruire la nuova facciata della cattedrale. Il lato orientale diviene la quinta su cui si affaccia l'intero complesso. In tal modo la piazza allungandosi in asse con la chiesa, diviene il sagrato della chiesa, sconvolgendone i valori.
Nel XIX sec. si ha la risistemazione del selciato.
Nel 1902 si ha il rifacimento della decorazione pittorica delle facciate dei palazzi che si affacciano sullo spazio, sulla base di alcuni lacerti di precedenti pitture.

Decorazioni selciato
Le decorazioni attuali della Piazza, sottoposte a restauro nel corso degli anni Novanta, sono per la maggior parte opera dei pittori vigevanesi Casimiro Ottone e Luigi Bocca che le eseguirono nel 1903, basandosi su tracce e lacerti di pitture quattrocentesche. Il selciato della Piazza è costituito con i ciottoli bianchi e neri provenienti dal fiume Ticino, mentre i primi lampioni in ghisa sono stati realizzati nel 1911. Da notare le differenti forme dei comignoli che ornano i tetti

La Piazza oggi
Piazza Ducale è il cuore antico e moderno della città, il salotto di Vigevano, uno spazio scenografico di grande suggestione e armonia. Il grande maestro Arturo Toscanini, seppure malato, chiese di essere portato a Vigevano per sedersi ai tavolini dei bar in quanto considerava Piazza Ducale una sinfonia musicale, una composizione orchestrale su quattro lati, simile ai quattro movimenti delle sinfonie. Sotto i portici le botteghe, un tempo occupate dai commercianti di lana e seta, oggi offrono ai visitatori occasioni di conforto e relax (caffe- bar, gallerie d'arte) e di shopping di qualità (abbigliamento, gioielli, calzature).
La Piazza Ducale è ancora oggi l’accesso principale al Castello Visconteo Sforzesco. Salendo lo scalone, che si trova sotto la Torre del Bramante, si può infatti accedere al cortile del Castello e visitare gli spazi già recuperati o salire sulla Torre bramantesca per un visione d’insieme di tutta la città

Oltre la Piazza Ducale:

Castello Sforzesco: sorge nella parte più alta della città sulle vecchie mura risalenti all'età comunale. Risalente alla metà del 1300 commissionato da Luchino Visconti, venne trasformato in una grandiosa residenza principesca tra il 1492 e il 1494 dal duca Ludovico Maria Sforza detto il Moro, con il contributo artistico di Donato Bramante. Fu fatta costruire anche l'elegante Loggia delle Dame riservata alla duchessa Beatrice d'Este. Alla la fine della dinastia sforzesca, nel 1535, il castello passò in mano agli spagnoli diventando dimora per ospitare eserciti e caserme. Attualmente è in fase di restauro.
Aperto dalle 8 alle 19 e le parti visitabili sono: la strada coperta, la Falconiera, la Manica Lunga (Prima Scuderia), la Seconda Scuderia, la Terza Scuderia e la Mascalcia.

Torre del Bramante: costruita a più riprese nel punto più alto della città; infatti la sua costruzione iniziò nel 1198 e continuò sino alla fine del Quattrocento, quando venne ultimata dal Bramante. Offre dalle sue merlature una panoramica completa sulla piazza, sul castello e sull'intera città.

Museo del Tesoro del Duomo presso la Chiesa Cattedrale: costituito in massima parte dai lasciti del duca Francesco Il Sforza, conserva preziosi coralli, messali e codici miniati alla fine del Quattrocento, un preziosissimo reliquiario in argento dorato attribuito alla scuola orafa lombarda del 1500 e calici, coppe, ostensori e reliquiari di varie epoche e stili.
Inoltre vi sono esposti arazzi fiamminghi, stendardi delle confraternite cittadine ed un paramentale cinquecentesco, ricamato in oro zecchino e usato a Monza nel 1805 per incoronare Napoleone Bonaparte.

Museo della Calzatura e della Tecnica Calzaturiera "Pietro Bertolini": unico nel suo genere in tutta Italia, è completamente dedicato alla storia e alla evoluzione della scarpa come indumento e oggetto di design. Collocato nelle ex scuderie ducali del Castello, il museo è diviso in tre sezioni: la sezione delle curiosità che raccoglie gli strumenti del ciabattino, scarpe curiose e brevetti particolari; la sezione storica con esempi di scarpe appartenute a personaggi famosi; e, infine, la sezione etnografica che espone calzature in uso presso i popoli di tutto il mondo.
Aperto la domenica e festivi: dalle 15.00 alle 18.00; chiuso nel mese di agosto e nel periodo delle festività di fine anno.
  

Chiocciola Tecnologica di Lorini Marco P.I. 02386970186