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NOTIZIE DAL WEB Musica: al via il primo festival degli strumenti musicali riciclati 04/12/2012 aggiunto da http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Musica-al-via-il-primo-festival-degli-strumenti-musicali-riciclati_313955027692.html | Roma, 3 dic. - (Adnkronos) - Chitarre realizzate con manici di scopa, batterie con bidoni di latta, e c'e' chi suona persino gli elettrodomestici. Ecologia, musica e solidarieta' insieme per "L'ambiente Si nota", il primo festival nazionale degli strumenti musicali riciclati, in programma il 9 dicembre all'Auditorium Parco della Musica di Roma. L'ecoconcerto di Natale vedra' protagoniste le maggiori band italiane che hanno reinventato, in un'ottica ecologista, i tradizionali strumenti musicali e ne hanno creati di nuovi, attraverso l'utilizzo di materiali di recupero: Capone & Bungt Bangt, Riciclato Circo Musicale, Manzella Quartet e Miatralvia.
Il ricavato dei biglietti sara' devoluto in beneficenza alla Comunita' di Sant'Egidio e ai Sonidos de la Tierra, organizzazione paraguayana che dal 2002 si occupa di istruire musicalmente bambini e ragazzi provenienti dalle zone piu' emarginate del Paraguay. La manifestazione e' promossa da Pentapolis, associazione no profit che, dal 2006, diffonde la responsabilita' sociale e lo sviluppo sostenibile. Al Festival e' legato il minicontest online ''Lo Strumento che Si nota'' che invita gli utenti a realizzare un proprio ''strumento riciclato'' e a caricare successivamente su Facebook una foto o un video che lo ritrae. Sara' premiata l'idea piu' originale, in collaborazione con i gruppi musicali coinvolti. In palio biglietti del concerto e la possibilita' di presentare lo strumento la sera dell'evento.
E veniamo agli artisti. Attivi dal 1999, i CaponeBungtBangt sono pionieri e portabandiera dell'ecomusic italiana, guidati da Maurizio Capone; con il motto ''Non buttate via niente, anzi suonatelo", la band marchigiana Riciclato Circo Musicale suona di tutto, persino gli elettrodomestici, dalla techno al rock alla world music, coinvolgendo il pubblico; i Manzella Quartet si presentano di volta in volta con componenti e strumenti differenti; i Miatralvia sono un gruppo di ragazzi e una cooperativa impegnati anche nell'educazione ambientale dei bambini. |
La Sagra della lumaca, giornata dedicata ad una "regina" della nostra tavola 04/12/2012 aggiunto da http://www.piacenzasera.it/cosa-succede/la-sagra-della-lumaca-giornata-dedicata-ad-una-regina-della-nostra-tavola.jspurl?IdC=1093&IdS=1093&tipo_padre=0&tipo_cliccato=0&id_prodotto=31206&css=homepage.css&com=c | Domenica 9 dicembre a partire dalle ore 8.30, si terrà a Bobbio (Piacenza) in Val Trebbia, la tradizionale "Sagra della Lumaca" giunta alla sua 24^ edizione.
La manifestazione gastronomica di grande prestigio, patrocinata dall’Amministrazione comunale, sarà accompagnata dalla Mostra dei prodotti tipici della montagna (frutta di stagione, di sottobosco, miele, prodotti conservati e marmellate) e sarà degna coreografia del Mercatino di Natale con gli hobbisti creativi. Nel Mercatino di Natale si possono trovare oggetti di artigianato e simpatiche idee regalo.
Nel pomeriggio alle 15.00 in Largo Rio Grande seguirà la degustazione gratuita di ottimo vin brulè con dolci della tradizione bobbiese come il croccante e la focaccia con i ciccioli, ma anche il panettone; il tutto a cura del sodalizio "Ra Familia Bubièza".
Nella splendida Piazza del Duomo fin dal primo mattino saranno allestite le singole esposizioni ed un mercato dove si potranno acquistare le lumache opercolate o "con il tappo invernale", vanto delle tavole locali. Un prodotto di alta qualità, selezionato accuratamente dalle aziende elicicole operanti nella zona, che sarà presentato nell’atmosfera colorata dal folclore dell’Appennino piacentino. L’inaugurazione ufficiale della manifestazione avverrà alle ore 10.30.
Per la gioia dei buongustai, le cuoche di Bobbio impegnate negli stand gastronomici, prepareranno con la consueta maestria le "Lumache alla bobbiese" per la degustazione gratuita del prelibato prodotto di elicicoltura dalle 11,30. Signora della tavola, in questa parte dell’Appennino, la lumaca è al centro dell´attenzione di turisti e buongustai, che possono assaggiarla in umido presso i tanti stand, dove se ne possono acquistare delle migliori qualità. Inoltre per l’occasione nei ristoranti verranno serviti menù a base di lumache e piatti tipici di montagna.
Bobbio è una delle 15 città delle lumache riconosciute, comprese
nell’itinerario gastronomico dell’Italia settentrionale, le altre sono Cherasco (Cuneo), Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Molini di Triora (Imperia), Cantalupo di Varazze (Savona), Segno di Vado Ligure (Savona), Sant’Andrea di Badia Calavena (Verona), Zocca (Modena), Nonantola (Modena), Crespadoro (Vicenza), Quero (Belluno), Cantalupo di Bevagna (Perugia), Montegabbione (Perugia), Cannole (Lecce), Gesico (Cagliari). Il paese ha ottenuto il prezioso riconoscimento perché da secoli lega il suo nome alla gastronomia dedicata allo squisito mollusco.
La lumaca viene raccolta con l’uso dell’apposita zappetta, solo nel periodo invernale quindi opercolata, dal 1° novembre al 28 febbraio, come da ordinanza comunale che ne vieta la raccolta in erba per proteggerle durante il periodo di riproduzione. Gli anziani sono soliti affermare che si può prevedere la rigidità o meno dell’inverno a seconda della profondità nel terreno in cui si rifugia la lumaca in letargo.
La tradizione vuole che le Lumache alla bobbiese, vengano consumate la sera dalla vigilia di Natale. |
Proroga del Quarto conto energia per le pubbliche amministrazioni? 04/12/2012 aggiunto da http://www.greenreport.it/_new/index.php?lang=it&page=default&id=19237 | Tra le novità del pacchetto di emendamenti al decreto crescita presentato giovedì 29 novembre alla Commissione Industria e Senato dai relatori Vicari (Pdl) e Bubbico (Pd) spunta un'inaspettata proposta di prorogare fino al 31 dicembre 2013 la scadenza degli incentivi relativi al IV Conto energia per le Amministrazioni pubbliche (scaricabile qui). Infatti, il IV Conto energia, attualmente ancora in vigore solo per quegli impianti realizzati su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche, sarebbe dovuto terminare definitivamente alla fine dell'anno in corso e, nel 2013, tutti, enti pubblici compresi, avrebbero avuto accesso solo al V Conto energia, che però garantisce tariffe incentivanti decisamente meno generose.
Il testo dell'emendamento prevede infatti di sostituire, nell'articolo 1, comma 4 alla lettera c) del decreto 5 luglio 2012 Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (cioè il Decreto V Conto energia), il termine "entro il 31 dicembre 2012" con "entro il 31 dicembre 2013".
Le conseguenze di questo emendamento, che ha buone probabilità di essere inserito nella norma definitiva, potrebbero essere significative per il settore fotovoltaico. Ricordiamo che attualmente il contatore del GSE registra un Costo annuo (cioè la somma dei costi annui in bolletta dovuti ai vari conti energia) di 6 miliardi e 487 milioni di euro, quindi siamo sempre più vicini alla fatidica soglia che decreterà la fine del V Conto energia (6,7 miliardi), così come previsto dal Decreto ministeriale del 5 luglio 2012. Postporre di un anno la fine del IV Conto energia per gli enti pubblici farebbe accorciare ulteriormente la vita del moribondo V Conto energia. E, poiché non è detto che dopo la fine del quinto ce ne sia un sesto, a rimetterci sarebbero sicuramente i privati (cittadini ed imprese).
Occorre poi capire se, con la fine del Quinto conto energia, che in ogni caso è data per prossima (probabilmente nel primo semestre del 2012), l'escamotage dell'emendamento permetterebbe o meno di mantenere una qualche forma di incentivazione per il fotovoltaico per tutto il 2013, indipendentemente cioè dai limiti di costo annui.
Quindi un panorama ancora molto confuso che getta nuove perplessità su un modo di governare le fonti rinnovabili e gli incentivi ad essi legati attraverso norme, modifiche, aggiustamenti di tiro ed emendamenti dell'ultimo minuto che creano spesso più danni che vantaggi. Torna infatti alla memoria il Decreto Salva Alcoa, che introdusse una deroga al II Conto energia e che causò, a conti fatti, un aumento incontrollato dei costi dell'incentivazione del fotovoltaico. |
Il ginocchio da scrivania: a rischio chi lavora troppo al pc 04/12/2012 aggiunto da http://www.mondobenessereblog.com/2012/12/04/ginocchio-scrivania-rischio-lavora-troppo-pc/ | Le nuove abitudini di vita, portano nuovi disturbi, è il caso del ginocchio da scrivania, a rischio chi lavora troppo al pc e chi, in generale, sta troppe ore consecutive seduto alla scrivania. A lanciare l’allarme sono gli esperti di ortopedia, supportati da uno studio inglese che riguarda i disturbi più frequenti dei lavoratori sedentari.
La causa principale è l’immobilità forzata che ha un effetto negativo sulle articolazioni in genere, e sulle ginocchia in particolare. Il rimedio per questo nuovo malanno che si chiama il ginocchio da scrivania, è praticare molta attività fisica e, non ultimo, il controllo del peso.
Lo studio inglese ha evidenziato che il 25 per cento degli impiegati pubblici, costretti per molte ore consecutive a lavorare seduti, è ricorso alle cure di un ortopedico per grossi problemi di articolazione. Il ginocchio da scrivania è un problema che riguarda sia gli uomini che le donne in una fascia di età compresa fra i 40 e i 55 anni, tutti con lavoro da scrivania, quindi sedentario.
La ricerca inglese ha analizzato gli ultimi dieci anni, con l’arrivo del pc, il lavoro si svolge prevalentemente da seduti. Una volta, quando ancora si doveva cercare il pezzetto di carta nei dossier o consultare i vecchi e cari faldoni da archivio polverosi, un’enciclopedia dalla libreria o un catalogo, era necessario qualche spostamento in giro per l’ufficio.
Con l’arrivo del pc, a lavorare moltissimo sono le dita delle mani, l’archivio cartaceo quasi non esiste più, è sufficiente digitare sulla tastiera un nome o un numero, ed ottieni l’informazione che necessita. È sicuramente più pratico ma a risentirne sono le articolazioni che restano nella stessa posizione per molte ore.
Il ginocchio da scrivania è la conseguenza di un lavoro sedentario che provoca una diminuzione progressiva della produzione di liquido lubrificante. Il ginocchio è fatto per stare in movimento, se sta troppo a riposo comincia a risentirne. I primi sintomi sono un dolore diffuso e la difficoltà a stendere in maniera corretta le gambe.
L’immobilità fa diminuire la produzione di liquido sinoviale che lubrifica il ginocchio e distribuisce nutrimento alle cellule cartilaginee che ricoprono la superficie articolare. Questa la causa dei problemi che possono poi arrivare a richiedere un intervento chirurgico per alleviare le sofferenze.
Come fare per evitare il ginocchio da scrivania? È semplice, svolgere attività fisica, anche una passeggiata di cinque minuti ogni due ore di lavoro alla scrivania. Sarebbe sufficiente andare a prendere le pratiche in questo o quell’ufficio e, posto che ancora esista, andare nel caro vecchio archivio pieno di faldoni ormai in disuso. |
Sfregio alla cantina del purista del Brunello 04/12/2012 aggiunto da http://www.corriere.it/cronache/12_dicembre_04/cantina-brunello-distrutto-vandali_bfed2614-3ddd-11e2-ab02-9e37f2f89044.shtml | Uno sfregio al Brunello di Montalcino, un colpo durissimo a uno dei viticoltori più importanti, non per il numero di bottiglie prodotte ma per la qualità e la quotazione alle aste internazionali: l’altra notte, vandali ignoti hanno forzato la porta di ingresso, pur dotata di vetro antisfondamento, e si sono introdotti nella cantina della tenuta Case Basse di proprietà di Gianfranco Soldera, ex broker milanese di origini venete, trasferitosi in Toscana negli anni Settanta. I malfattori hanno aperto i rubinetti di botti e barriques, lasciandole intatte ma distruggendo l’intera produzione vinicola che riguarda le vendemmie dal 2007 al 2012: circa 600 ettolitri finiti negli scarichi della cantina. Sei annate perdute. Il pavimento trasformato in un lago di vino, ma null’altro è stato toccato o sottratto. La notizia è stata data da Wine News, sito informato e autorevole con sede a Montalcino. Nel confermarla, Gianfranco Soldera, a caldo, ha definito il blitz «un vero atto mafioso». Anche se i carabinieri della Compagnia di Montalcino hanno avviato le indagini, ipotizzando un atto vandalico. «Non riusciamo a capire ciò che è successo - commenta Mauro, il figlio di Soldera -. Mai siamo stati al centro di episodi allarmanti, mai abbiamo ricevuto minacce. Abbiamo subito un danno gravissimo e non solo economico, ma non ci arrenderemo. L’azienda va avanti, abbiamo tutti la forza e il coraggio di non mollare». Il Consorzio del Brunello di Montalcino, per le parole del suo presidente Fabrizio Bindocci, ha subito espresso solidarietà a Soldera condannando l’evento «inqualificabile», che colpisce tutti i 250 produttori del Brunello. La vicepresidente Donatella Cinelli Colombini aggiunge: «A mia memoria, non ricordo, nella nostra zona, un simile precedente. Un fatto che sgomenta e inquieta». Gianfranco Soldera, la cui produzione media del prestigioso vino di Montalcino è di circa 15 mila bottiglie l’anno (il prezzo oscilla da 165 a 170 euro a bottiglia), viene considerato non solo un vignaiolo «blasonato» ma anche un purista del Brunello. Cioè uno di quei produttori che, in dissenso rispetto ad altri colleghi, mai si è arreso all’idea di modificare, pur minimamente, il rigido Disciplinare del famoso rosso di Montalcino, Sangiovese in purezza, per venire incontro al gusto del mercato americano. «Il prezzo deve essere l’espressione del valore del vino - è solito ripetere Soldera -. Io faccio un quarto di quello che potrei produrre». Le bottiglie firmate Soldera sono legate tra loro da una cifra stilistica riconoscibile. Millesimi mitici, oggetto di culto per migliaia di appassionati. La tenuta Case Basse, in collina, non solo è il luogo di produzione ma è anche la residenza della famiglia Soldera: oltre alle vigne, curatissime, ci sono gli ulivi, i cipressi, le querce centenarie, la macchia mediterranea. Un piccolo paradiso, ora sfregiato. ] Uno sfregio al Brunello di Montalcino, un colpo durissimo a uno dei viticoltori più importanti, non per il numero di bottiglie prodotte ma per la qualità e la quotazione alle aste internazionali: l'altra notte, vandali ignoti hanno forzato la porta di ingresso, pur dotata di vetro antisfondamento, e si sono introdotti nella cantina della tenuta Case Basse di proprietà di Gianfranco Soldera, ex broker milanese di origini venete, trasferitosi in Toscana negli anni Settanta. I malfattori hanno aperto i rubinetti di botti e barriques, lasciandole intatte ma distruggendo l'intera produzione vinicola che riguarda le vendemmie dal 2007 al 2012: circa 600 ettolitri finiti negli scarichi della cantina. Sei annate perdute. Il pavimento trasformato in un lago di vino, ma null'altro è stato toccato o sottratto. La notizia è stata data da Wine News, sito informato e autorevole con sede a Montalcino.
Nel confermarla, Gianfranco Soldera, a caldo, ha definito il blitz «un vero atto mafioso». Anche se i carabinieri della Compagnia di Montalcino hanno avviato le indagini, ipotizzando un atto vandalico. «Non riusciamo a capire ciò che è successo - commenta Mauro, il figlio di Soldera -. Mai siamo stati al centro di episodi allarmanti, mai abbiamo ricevuto minacce. Abbiamo subito un danno gravissimo e non solo economico, ma non ci arrenderemo. L'azienda va avanti, abbiamo tutti la forza e il coraggio di non mollare». Il Consorzio del Brunello di Montalcino, per le parole del suo presidente Fabrizio Bindocci, ha subito espresso solidarietà a Soldera condannando l'evento «inqualificabile», che colpisce tutti i 250 produttori del Brunello. La vicepresidente Donatella Cinelli Colombini aggiunge: «A mia memoria, non ricordo, nella nostra zona, un simile precedente. Un fatto che sgomenta e inquieta».
Gianfranco Soldera, la cui produzione media del prestigioso vino di Montalcino è di circa 15 mila bottiglie l'anno (il prezzo oscilla da 165 a 170 euro a bottiglia), viene considerato non solo un vignaiolo «blasonato» ma anche un purista del Brunello. Cioè uno di quei produttori che, in dissenso rispetto ad altri colleghi, mai si è arreso all'idea di modificare, pur minimamente, il rigido Disciplinare del famoso rosso di Montalcino, Sangiovese in purezza, per venire incontro al gusto del mercato americano. «Il prezzo deve essere l'espressione del valore del vino - è solito ripetere Soldera -. Io faccio un quarto di quello che potrei produrre». Le bottiglie firmate Soldera sono legate tra loro da una cifra stilistica riconoscibile. Millesimi mitici, oggetto di culto per migliaia di appassionati. La tenuta Case Basse, in collina, non solo è il luogo di produzione ma è anche la residenza della famiglia Soldera: oltre alle vigne, curatissime, ci sono gli ulivi, i cipressi, le querce centenarie, la macchia mediterranea. Un piccolo paradiso, ora sfregiato. |
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